LE GRIDE

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Le gride

Avete letto bene, non è un refuso di stampa. Le gride è la forma plurale de “la grida”, in origine lo strumento con cui l’Autorità comunicava ‘verticalmente’ (oggi diremmo top down e one to many) con i sudditi e gli amministrati mediante bandi, editti, ordini, avvisi. Ai tempi, anche se una copia di queste leggi veniva affissa nelle strade ed esibita all’occorrenza, le gride erano affidate al banditore, un incaricato che sulla pubblica piazza leggeva le disposizioni delle autorità, dato che la gran parte della popolazione era analfabeta. Dal secolo 16°, la parola passò a indicare i provvedimenti legislativi emanati dai governatori di Milano durante la dominazione spagnola.

Dobbiamo al Manzoni la descrizione – e la critica – di questo strumento di comunicazione; nel primo capitolo de I promessi sposi l’autore sottolinea l’assoluta inutilità di questi provvedimenti che “diluviavano” (erano cioè numerosissimi) e minacciavano pene e castighi assai severi e che, peraltro, a causa dell’inefficienza e della corruzione del sistema giudiziario, non venivano mai applicati. È interessante infine ricordare che l’espressione “gride manzoniane” è diventata un detto che indica provvedimenti di legge inefficaci, che minacciano pene roboanti senza trovare poi applicazione concreta da parte dello Stato o della giustizia.

Araldo

Nel medioevo: pubblico ufficiale addetto alle corti dei sovrani e dei grandi feudatarî e agli ordini cavallereschi. In particolare aveva il compito di presiedere ai tornei, di intimare la guerra o la resa, proporre trattative, proclamare la pace, compiere missioni presso sovrani esteri. Per estensione: messaggero, banditore.

Banditore

Dal gotico bandwian «fare un segnale»; colui che bandisce, che annuncia pubblicamente con avviso ufficiale ordini o proclami. Nei pubblici incanti, chi gestisce le vendite (banditore d’asta). Più raro: divulgatore, sostenitore di idee, teorie.

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