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QUELLI CHE LA TV

La “stupidità delittuosa della televisione”, ci ha cambiato la vita. Parola di Pier Paolo Pasolini. La televisione, secondo Pasolini, “non è soltanto un luogo attraverso cui passano i messaggi, ma è un centro elaboratore di messaggi”. È un medium di massa che impone ai telespettatori “la leggerezza, la superficialità, l’ignoranza, la vanità”. Giudizio severissimo, mica pizza e fichi. Per il vero nella visione utopica dello scrittore argomenti credibili a proposito del ruolo della tv non mancano. Erano però gli anni Settanta del secolo scorso quando lo scrittore esprimeva i suoi giudizi sulla tv. Si progettava in quegli anni la costruzione di una terza rete pubblica. La riforma dell’ente radiotelevisivo pubblico determinò un accordo di spartizione su base elettorale tra i partiti dell’arco costituzionale per il controllo dei canali televisivi dell’azienda pubblica, la cosiddetta lottizzazione, che vide Rai 1 nella sfera di influenza della Democrazia Cristiana, Rai 2 in quella del Partito Socialista Italiano, e Rai 3, nata nel 1979, nell’orbita del Partito Comunista Italiano. “Linea editoriale” ideologicamente e funzionalmente ancora attuale. È per altro indubbio che in quegli anni la tv di stato oltre a quella spettacolare avesse anche una marcata impronta culturale.

Oggi invece, in seguito all’evoluzione della comunicazione (i social sopra tutto e i talk show televisivi) e dei costumi da quest’ultima influenzati, la televisione si è trasformata ulteriormente. Adesso quello che conta non è ciò che si dice, conta il personaggio, l’“esperto”. Conta cioè la recitazione di una narrazione.

Riflettiamo un attimo: “quelli che…” fino a ieri ‘facevano’ gli esperti di calcio, di spettacolo, di cucina e via discorrendo. Poi, complice l’avvento di Covid è comparso in video un esercito di virologi, infettivologi, epidemiologi. Oggi il teleschermo è invaso da altri esperti: un circo mediatico di strateghi, politici, giornalisti, analisti di geopolitica ed economia secondo costume invitati in tv per suscitare il “dibattito” e incrementare l’audience. Alla malora l’informazione vera. Questa è la tv oggi; la tv che promuove presenzialismo narcisismo prosopopea. Che, come sosteneva Pasolini cinquant’anni fa, finisce in questo modo per annullare la ragionevolezza e la credibilità dei messaggi. Aumentando sensibilmente il rischio di passare dalla competenza alla… eccessiva cautela nel comprendere. Applausi.

 

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