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L’IMMENSO SPETTACOLO DELLE CASCATE DI IGUAZÙ

C’è un posto nel mondo dove ho lasciato parti di me: cuore e stupore. Quel posto è Il parco nazionale dell’Iguazú, al confine fra l’Argentina e il Brasile. Venne creato nel 1939 e comprende uno dei più famosi paesaggi naturalistici di tutto il Sudamerica.

Qui il fiume Iguazù crea una delle più grandi e maestose cascate del mondo, che si estende per una larghezza di 2.7 chilometri. In realtà si tratta di una serie di 275 imponenti cascate che si mostrano con tutta la forza dirompente della natura.

Percorrendo un reticolo di passerelle, passo dopo passo ci si avvicina al punto dove la vista si allarga e il panorama sconcerta: siamo alla Garganta del Diablo. Ci troviamo nel lato brasiliano, provenendo dalla località di Foz do Iguaçu. Il rumore quasi assordante dell’acqua che si tuffa nel vuoto, mentre il vapore risale disegnando arcobaleni nel nulla è un ricordo indelebile che stenta a perdere dettagli nel tempo. Tutto intorno è l’intenso abbraccio della foresta tropicale, alberi alti oltre 30 metri, arbusti e specie selvatiche di erba mate, nota per le proprietà nutrizionali.

Ma come si sono create queste strabilianti cascate? Circa 100 milioni di anni fa, una serie di colate laviche si raffreddarono creando una formazione rocciosa che, indebolita dai corsi d’acqua, diede origine alle imponenti cascate che ci affascinano oggi. Furono scoperte dall’esploratore spagnolo Alvaro Nuñez Cabeza de Vaca, nel 1452. Le rinvenì per puro caso. A quel tempo cercava una via d’acqua per arrivare in Paraguay e si imbatté invece in questo spettacolo che battezzò Cascate di Santa Maria. Naturalmente questo luogo era già ben noto agli indigeni Caiagangue e Tupi-Guaranì, che lo chiamarono Iguazú, “grande acqua”.

Dopo essersi ricomposto, l’Iguazú, prosegue oltre le cascate, lungo il Parco per 23 chilometri, per poi sfociare nel fiume Paraná. Qui la fauna del parco conta numerose specie in pericolo d’estinzione, come tapiri, formichieri e aquile della foresta, oltre a molte specie di farfalle. Ma l’ospite per antonomasia è il tucano, simbolo del Brasile.

Il parco nazionale dell’Iguaçu in Brasile e quello in Argentina furono inseriti nell’elenco dei patrimoni dell’umanità dell’UNESCO nel 1984.

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