BALCONI VERDI: ARIA NUOVA IN CITTÀ

1184

Il balcone o terrazzino di un appartamento di città, generalmente di modeste dimensioni, creato senza troppa cura architettonica per dare un po’ di movimento a facciate altrimenti prive di qualsiasi personalità, è uno spazio aggiuntivo spesso percepito unicamente come un vano in più da pulire, privo di qualsiasi utilità che non sia quella di collocarvi il classico armadio per le scope e magari affastellarvi ciarpami vari che danno fastidio all’interno ma che non si trova il coraggio di buttare via. Alla meglio, vi si ammonticchiano vasi eterogenei appoggiati qua e là senza cura né criterio, contenenti piantine striminzite o moribonde, magari regalate dagli amici e appassite in casa prima di venire “archiviate” in questa sorta di triste dimenticatoio.

E’ però possibile trasformare questo luogo di transizione tra l’interno e l’esterno, desolato “purgatorio” apparentemente privo di qualsiasi funzione che non sia quella di un ripostiglio senza muri, fastidiosamente esposto alla vista di tutti: proprio questa sua posizione “intermedia” lo rende infatti non solo il filtro ideale tra la nostra casa e il mondo esterno (smog, calore, rumore ecc.), ma anche il “biglietto da visita” con cui comunichiamo agli altri, anche a chi non vedrà mai il nostro appartamento, emozioni e contenuti del nostro modo di vivere. E non importa quanto ristretto esso sia, basta acuire appena un poco il proprio spirito di osservazione per notare balconi di pochissimi metri quadri trasformati in piccoli giardini urbani ridondanti di essenze e colori. Interessanti spunti giungono anche dai sempre più numerosi eventi sul tema, ad esempio il concorso Balconi per Roma  (http://www.festivaldelverdeedelpaesaggio.it/balconi-per-roma.html),  rivolto ad architetti under 30 e dedicato alla progettazione di balconi verdi.

Ma da dove cominciare se ancora non si è fatto alcun passo verso simili successi?

Proviamo a elencare una serie di azioni che senza troppe pretese possono garantire interessanti risultati anche a chi, da neofita, decida di mettere in atto questa piccola rivoluzione. Vi sono molte piante da fiore, rustiche e resistenti, da scegliere e accostare secondo il gusto personale per arricchire di colori una serie di vasi appesi alla ringhiera, magari prediligendo quelle tappezzanti o ricadenti che assicurano cuscini fioriti e cascate variopinte per diversi mesi, contribuendo così non solo a gratificare lo sguardo, nostro e di chi dall’esterno si troverà ad ammirarle, ma anche a mascherare ringhiere magari un po’ arrugginite o di foggia antiquata. In abbinamento, si possono individuare pareti laterali (non necessariamente grandi) su cui appendere graticci di legno o di bambù, disponibili anche di piccole dimensioni presso qualsiasi centro del bricolage, ai piedi dei quali collocare vasi un po’ più grandi rispetto a quelli da ringhiera, con adeguato sottovaso, dove troveranno posto piante rampicanti, verdi o da fiore, scelte con un minimo di attenzione in base all’esposizione della parete stessa: pieno sole (a sud o a ovest), sole al mattino, mezzo sole (a est), resistenti al freddo (se il balcone è esposto a nord). Se fattibile, i graticci possono essere anche fissati alla ringhiera (e magari a qualche supporto in ferro già presente verso l’esterno, come spesso accade nei balconi ottocenteschi) per ottenere, insieme ai rampicanti che li popoleranno riempiendoli di foglie e fiori, un effetto di mascheratura molto utile specie se il balcone o terrazzino affaccia su una strada trafficata e rumorosa, oppure è troppo esposto (e con esso le sue finestre) agli sguardi dei passanti e dei vicini.

In aggiunta, si potranno collocare ai piedi della ringhiera, negli angoli e sui lati del balcone, alternandoli e abbinandoli così ai vasi di fiori tappezzanti e ricadenti e alle spalliere di rampicanti, alcuni grandi vasi (sempre con sottovasi adeguati, altrimenti mantenere in vita le nostre piante in estate risulterà assai difficile a meno che non si disponga di un rubinetto esterno con apposito impianto di irrigazione) contenenti piante verdi di dimensioni più impegnative (oleandri, ligustri, viburni, canne di bambù in vaso, per citare solo alcune delle più resistenti), ma dal garantito effetto ombreggiante e schermante rispetto al caldo estivo, allo smog e agli sguardi indiscreti. Tocco finale, se lo si desidera, qualche vasetto su davanzali o tavolini con essenze aromatiche (salvia, menta, basilico), magari un vaso a terra pieno di lavanda, che sporgerà verso l’esterno con la sua fioritura profumata: un’esposizione a sud o a ovest potrà incoraggiare anche una pianta di limoni, con grandi foglie verde brillante, zagare profumate e magari (se ben concimata e protetta in inverno) anche qualche frutto succoso.

Il risultato di questi interventi – che si potranno progettare (se lo spazio lo consente) riservando la parte centrale del balcone per un tavolinetto con sedie da esterni, disponibili in ferro battuto o in plastica senza spendere una fortuna – sarà uno spazio completamente nuovo, personalizzato, certamente gratificante per se stessi e per gli altri, da illuminare la sera con un bel lampioncino da esterni cui aggiungere lumini a energia solare e piccoli vasi di vetro per candele creando mille giochi di ombre e luci tra il fogliame mosso dal vento. Che trasformazione rispetto al balcone scarno, spoglio, battuto dal sole, pieno di vecchie carabattole, che rattristava e deprimeva chiunque vi posasse sopra lo sguardo: ora i passanti non possono fare a meno di ammirare il nostro terrazzino, che in primavera e in estate spicca e sfavilla con le sue tonalità di verde punteggiate da mille macchie di colori diversi, regalandoci stanze ombreggiate e più riservate e magari anche un piccolo (o grande, se siamo fortunati) spazio esterno in cui sederci a leggere un libro, degustare un aperitivo, magari organizzare una cenetta a lume di candela.

E quando si va in vacanza? Il problema esiste, inutile negarlo, se non si può ricorrere come detto all’irrigazione temporizzata: ma la gratificazione quotidiana del nostro spazio verde, cui sarà impossibile non affezionarsi, ci spingerà anche a trovare una soluzione, magari coinvolgendo vicini disponibili a garantire un’innaffiatina ogni due o tre giorni in cambio di un bel cestino di prodotti e vini tipici al nostro rientro dalle vacanze!

Milena Ortalda è consulente culturale e autrice del volume “Il futuro negli alberi” (BluEdizioni)

http://www.ilfuturoneglialberi.it/

Articolo precedenteSAMARITANI NO LIMITS
Articolo successivoCONCORSO FOTOGRAFICO SACRI MONTI