NAPOLI VELATA

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Ferzan Ozpetek è un regista che non ci gira tanto intorno.

Alle cose ci va diretto come un dardo.

Non è la prima volta che lo vediamo impegnato nella danza fra la vita e la morte, a descrivere l’amore nella sua manifestazione più feroce e possessiva…

la passione per l’impossibile, l’estasi e l’ignoto, la trasgressione senza confine dove dal mio corpo passo al tuo e ritorno al mio, senza sosta, senza freno, senza censura.

In “Napoli velata”, Ozpeteck dipinge sul fondale della seducente cittadina partenopea un’accusa audace: “assassina tu uccidi i tuoi figli”.

A brandire tali parole come una lama che genera uno squarcio è il personaggio femminile interpretato dall’attrice Anna Bonaiuto,

ma quest’affermazione non offende poichè i napoletani (benchè vivano in una la città in cui aleggia “un profondo senso di morte”),  sanno giocare con lei fino a farla diventare alleata,  qualcosa di cui non avere paura”.

A sottolineare l’armonia fra aspetti apparentemente contrastanti, ben si allinea il contrasto fra il mestiere di Adriana, medico legale in obitorio e la passione con cui vive, invece in modo sconvolgente, le sue relazioni intime. Una personalità così seduttiva dunque nascosta dietro un lavoro freddo ed essenziale.

Nel film il tema del velo, ricorre e rincorre quello dell’utero in allegorie complesse: l’immagine dell’utero sezionato custodito nella Farmacia dell’Ospedale degli Incurabili, ad esempio nonché la rappresentazione del rito pagano della figliata dei Femminielli

Come afferma il regista attraverso la voce di uno dei suoi attori: “la verità non va guardata in faccia nuda e cruda ma la devi sentire, intuire. Il velo non occulta, ma svela. Poiché la gente non sopporta troppa verità”.

Il personaggio principale, Andrea, viene trovato morto all’inizio del film. La sua morte è come una sorta di tomba che nasconde numerosi segreti.

E’ lui a sedurre Adriana, la protagonista femminile, interpretata da Giovanna Mezziogiorno.

Lui e Adriana si sfidano, si inseguono, si nascondono e si scoprono… nasce fra loro una storia carica di continue richieste di risarcimento emotivo.

Poi arriva Luca.

E’ identico ad Andrea. E’ il suo gemello o piuttosto il fantasma di Andrea?

Luca pretende di possedere totalmente il corpo e la mente di Adriana.

Ad interpretare il ruolo di entrambi i gemelli è il bravissimo Alessandro Borghi, che riesce a sedurre, dominare e scuotere profondamente l’animo di lei.

Ma il film si snoda anche fra le vie di Napoli e conduce a palazzi piazze chiese e opere d’arte. E’ un “attraversamento” continuo di ostacoli e trabocchetti, fino al momento in cui si giunge alla cappella di San Severo davanti alla statua del Cristo velato, uno dei maggiori capolavori scultorei mondiali, che fu capace di stregare persino Antonio Canova.

Il Cristo velato in realtà nasconde un segreto che poi tanto segreto non è.

Il fratello che muore, per noi resterà sempre coperto da un mistero che non occorre svelare ma percepire, poichè è nell’intuizione che risiede il vero di quanto andiamo cercando…

E qui, in questa chiesa, scrigno di un tesoro raro e forse sottovalutato, si ritrova qualcosa su cui, per tutto il film si è dubitato. Ci si ritrova con, in tasca, una risposta che ti chiarisce immediatamente quale valenza ha avuto il ruolo del gemello per tutto il film…

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