RIAPERTI AL PUBBLICO I GIARDINI REALI DI TORINO

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Dopo un lungo e accurato restauro, i Giardini Reali di Torino sono stati riaperti al pubblico lo scorso 24 marzo. Si potrà dunque tornare a passeggiare nelle eleganti aree verdi che abbracciano i Musei Reali, nell’area che va da piazza Castello a corso Regina Margherita: un’area verde urbana unica per valore monumentale e ambientale che si sviluppa a ridosso degli antichi bastioni, su una superficie di circa sette ettari.

Il restauro ha interessato  prevalentemente il nucleo più antico, ovvero il Giardino Ducale ma anche il Giardino delle Arti, voluto da Carlo Emanuele II e progettato, in origine, da André Le Nôtre.

Nel Giardino delle Arti, il restauro ripropone dunque l’impostazione assiale di viali e prospettive ideata da Le Nôtre (1613-1700), il progettista dei giardini di Versailles. È stato pertanto mantenuto il disegno mistilineo dei parterre, recuperando la completezza del progetto originario, con particolare attenzione agli allineamenti di partenza, alle visuali laterali, agli assi compositivi, e riproponendo l’ingresso quadrato davanti allo scalone dell’appartamento di levante del Palazzo.

Il ripristino di queste aree rappresenta l’ultima fase del progetto dei Musei Reali, ora “ricuciti” in un unico grande percorso a cui si può dedicare un’intera giornata di visita tra le collezioni di Palazzo, Armeria e Bibioteca Reali, Galleria Sabauda e Museo di Antichità.

Il primo impianto dei Giardini risale all’epoca di Emanuele Filiberto, che dopo il trattato di Cateau-Cambrésis (1559) trasferì la capitale del ducato sabaudo da Chambéry a Torino. Alla fine del Cinquecento il Giardino era caratterizzato da uno spazio regolare, tagliato in diagonale dalle mura dell’antica cinta romana della città. Il suo arredo comprendeva fontane, grotte, peschiere e gabbie per animali esotici, con piante di aranci e limoni coltivate in vaso.

Nel 1584 il Giardino fu ristrutturato e sul bastione degli Angeli fu edificato il Garittone, l’attuale Bastion Verde. Nel 1673, con il tracciato delle nuove fortificazioni volute da Carlo Emanuele II e progettate da Amedeo di Castellamonte, lo spazio quadrato del “Giardino Bastion Verde” si allarga fino a includere il Bastione San Maurizio.

A questo periodo risalgono appunto i contatti con il celebre André le Nôtre, per un nuovo disegno degli spazi. La ristrutturazione si attua nel 1685, sotto la reggenza di Maria Giovanna Battista di Savoia-Nemour, ed è affidata a Henri Duparc. Nasce un progetto del tutto innovativo: un grande miroir d’eau definisce il nuovo asse di simmetria per l’area ad est, mentre la parte del Bastion Verde è riservata al “Giardino dei fiori” con aiuole quadrate e due piccole fontane.

Tra il 1755 e il 1758 prende forma la grande Fontana dei Tritoni su progetto dello scultore Simone Martinez (attualmente ancora in fase di restauro). L’ultimo intervento di rilievo si ebbe tra il 1886 e il 1905 ad opera dei fratelli Marcellino e Giuseppe Roda, con il disegno definitivo dell’area intorno al Bastion Verde.

Il restauro riprenderà a partire dal 4 aprile, con una seconda fase di lavori dedicata appunto agli interventi conservativi degli apparati lapidei: la fontana dei Tritoni di Simone Martinez (1756), i vasi dei fratelli Collino (1769-1773), le statue di foggia seicentesca e le panchine di Amedeo Rizzi e Carlo Antonio Giudice (1767-1771). La conclusione prevista è per giugno prossimo.

Per quanto riguarda invece il patrimonio naturale, accanto a ippocastani, platani e tigli, i Giardini Reali ospitano esemplari di aceri montani, noci neri e olmi campestri, faggi e querce rosse, oltre a tassi, frassini, ginkgo biloba e pini bianchi.

La riapertura interessa un’area di cinque ettari dei sette complessivi: l’intervento è stato realizzato grazie alle risorse del Programma Operativo Regionale, finanziato dal Fondo Europeo di Sviluppo Regionale 2007/2013, con una spesa effettiva di circa 1,5 milioni di euro.

I Giardini reali sono aperti al martedì alla domenica dalle 9 alle 19. Per i primi due mesi l’ingresso sarà gratuito. Ingresso consentito ai cani purché al guinzaglio.

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