PEZZA DA PIEDI

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Trattato come una pezza da piedi! Quante volte abbiamo sentito (o detto) questa lamentela a seguito di un maltrattamento, di umiliazione subiti. Ma sappiamo davvero che cosa sono le pezze da piedi? Originariamente, ai tempi del Regio Esercito, erano delle strisce di stoffa facenti parte del “bottino”, ovvero l’equipaggiamento completo e individuale assegnato a ciascun soldato all’atto dell’arruolamento al corpo militare di appartenenza, utilizzate in luogo delle calze (tenevano i piedi freschi d’estate e caldi d’inverno), per fasciarsi i piedi dentro gli scarponi pesanti. Ancora nel 1935, l’Italia mandò i suoi soldati a conquistare l’impero in Africa con le pezze da piedi, ritenute ideali per quel genere di ambiente. Facevano il paio con le “fasce mollettiere”, capo d’abbigliamento che il Regio Esercito usò per i soldati Italiani (non gli ufficiali, che calzavano stivali) fino alla seconda guerra mondiale. Si indossavano dalla caviglia al margine inferiore del ginocchio, dove veniva rimboccato il pantalone dell’uniforme, con lo scopo di proteggere il polpaccio.

Pezze al culo

Modo di dire popolare per “avere le pezze sul sedere”. Secondo il dizionario del Corriere della Sera significa: «Essere molto poveri, miserabili; come se non si avesse il denaro per acquistare un abito e si portassero quindi vecchi calzoni rattoppati nei punti più consunti. Usato in particolare come spregiativo nei confronti di una persona originariamente povera che ha fatto fortuna».

 Metterci una pezza

Equivale a rabberciare, rimediare, riparare. Espressione di uso figurato; nel linguaggio corrente “metterci una pezza” significa risolvere una questione in qualche maniera, col minore dei danni: il guaio è fatto, mettiamoci una pezza. Da cui, se va male, deriva anche il detto: la pezza è peggio del buco.

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