ELOQUENZA DEI GESTI

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La comunicazione esercita un ruolo fondamentale nella nostra vita.

E, non si può non comunicare; queste teorie già a metà del secolo passato sostenevano lo psicologo austriaco Paul Watzlavick (Pragmatica della comunicazione umana) e la sua californiana Scuola di Palo Alto. Da allora, rapportati al nostro modello culturale, un fantastiliardo di esegesi studi riferiti a questi temi hanno arricchito le biblioteche occidentali. Dal basico Il medium è il messaggio di McLuhan (1964), le teorie sulla comunicazione hanno intrapreso un percorso progressivamente allargato anche ai non specialisti.

Figurarsi che cos’è la comunicazione adesso che c’è internet, con la sua prolifica diffusione dei così detti social. C’è però una parte della comunicazione, meno considerata e “trattata” rispetto a quella orale e scritta, che merita tutta la nostra attenzione: la comunicazione non verbale, gestuale, il linguaggio del corpo. Con le sue proprie norme e feed back. Atteggiamenti che spesso dicono di più e prima di molte parole. Per capirci: pensiamo per esempio al liturgico gesto della benedizione, alla mano sul cuore quando per l’inno nazionale, all’indice agitato per indicare divieto, al reclinare il capo in segno di accettazione. Gesti universalmente comprensibili. E compresi dovunque.

C’è però una miriade di gesti e di posture del nostro corpo, l’80% della comunicazione non è verbale, che potremmo chiamare l’eloquenza dei gesti, che ignoriamo o non sappiamo interpretare. A chi volesse addentrarsi in questo percorso cognitivo suggeriamo alcuni testi: Dale Carnagie Come trattare gli altri e farseli amici (basico); di Allan & Barbara Pease Perché mentiamo con gli occhi e ci vergogniamo con i piedi; di Joseph Messiger Il linguaggio del corpo rivelato e, divertente oltre che colto, il libro di un mimo famoso, Samy Molcho: Il linguaggio del corpo per il successo. Letture che aiutano a scoprire i codici e le norme della comunicazione non verbale, a impararne l’eloquenza. Scoprirà orizzonti imprevisti.

 

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