LA DONNA DELLA DOMENICA E I SUOI PRIMI 50 ANNI

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La donna della domenica compie 50 anni. Parliamo ovviamente del celebre giallo scritto a due mani da Fruttero & Lucentini. Per l’occasione molte istituzioni e circoli letterari rendono o hanno reso omaggio al noto duo del mondo letterario con letture e iniziative di vario genere. Il Salone del libro di Torino ad esempio ha promosso un incontro che ha visto la partecipazione, tra gli altri, di Massimo Gramellini, Bruno Ventavoli, Elena Loewenthal e Steve Della Casa, impegnati a ricostruirne le fortunate vicende con ricordi personali e aneddoti.
Nel 1972 Mondadori pubblicava questo insolito giallo che, grazie anche alla trasposizione cinematografica di Comencini, è entrato più di ogni altro, nella memoria collettiva dei torinesi e non solo. Alcuni anni dopo l’uscita del libro, Comencini, volendo trasporlo in un film, affidò a Marcello Mastroianni il ruolo del protagonista: il commissario Santamaria, impegnato a dipanare il mistero di un efferato, quanto bizzarro, delitto.
Parliamo dell’omicidio dell’architetto Garrone, uno squallido personaggio che vive più o meno di espedienti, ai margini della Torino bene. Le indagini si insinuano tra l’ipocrisia e le comiche velleità della borghesia piemontese piuttosto compita e noiosa, ma solo all’apparenza.
L’idea di ambientare un’indagine in alcuni dei luoghi più caratteristici di Torino – come il mercato delle pulci del Balon – fu di Lucentini che, da romano qual’era, trovava il capoluogo piemontese diverso da tutte le altre città italiane.
E’ Torino, infatti, la vera protagonista del romanzo – nato in realtà come evoluzione di un progetto che, almeno inizialmente, avrebbe previsto solo una serie di racconti brevi, quasi dei bozzetti torinesi, con protagonista una signora dell’alta borghesia.

Nasce dunque così il personaggio di Anna Carla Dosio, che avrà per sempre il bellissimo viso di Jacqueline Bisset. La nota attrice francese ne interpretò infatti il personaggio accanto non solo a Mastroianni ma anche a Jean-Louis Trintignant, nei panni del suo migliore amico e confidente.

Tra i personaggi minori, ma poi neanche tanto, occorre citare Lina Volonghi che interpreta la signora Tabusso. Signora però e non contessa, come il suo personaggio tende a ribadire in modi piuttosto coloriti.

Ma se il film è indimenticabile, il libro è ancor più godibile. Gli autori, entrambi divoratori di gialli sin dall’infanzia si ispirano infatti da una parte a Maigret, e dall’altra alla letteratura inglese con il suo tipico humor.

Non mi avventurerò sulla trama, poiché piuttosto nota, anche se non è detto che tutti la conoscano o la ricordino. Mi limiterò invece a consigliarne la lettura, approfittando delle vacanze estive. Lo consiglio ovviamente a chi non l’abbia mai letto, ma anche a chi abbia  voglia di tornare ad avventurarsi tra caratteristici ma insoliti luoghi torinesi. Oltre al Balon, il lungo Po, la collina e alcune vie secondarie del centro cittadino.

I più giovani probabilmente stenteranno a riconoscerla poiché la città nel frattempo è cambiata enormemente. La Torino di quegli anni purtroppo non esiste più, ma proprio per questo motivo, penso che riscoprirne il fascino d’un tempo potrebbe essere ancora più stimolante.

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