NUTRACEUTICA E NUTRIGENOMICA: DAL PASSATO AL FUTURO

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graziaLa storia ci insegna che numerose civiltà del passato utilizzavano gli alimenti come fonte medicamentosa e per la prevenzione di alcune malattie. Gli Egizi, i Sumeri, gli Indiani d’America e i Cinesi sono tra quelle che hanno lasciato segni certi sull’utilizzo, già in epoche remote, dell’alimento come farmaco. La medicina tradizionale Ayurveda, datata cinquemila anni, cita i benefici del cibo per scopi terapeutici.

Tutt’oggi molte civiltà (soprattutto in Asia e in Africa) diffidano dei farmaci e preferiscono utilizzare solo erbe, piante e alimenti per curarsi.

Il termine NUTRACEUTICA è stato peraltro inventato nel 1989 dal dottor Stephen L. De Felice, unendo i termini “nutrizione” e “farmaceutica”, per indicare una classe di alimenti con comprovate proprietà benefiche per la salute dell’uomo.

Un nutraceutico quindi è un “alimento-farmaco”, ovvero un alimento che associa alle sue caratteristiche nutrizionali le proprietà funzionali di alcuni suoi componenti che interagiscono in modo positivo sullo stato di salute psico-fisico dell’individuo che ne fa uso, quasi come fosse un farmaco ma del tutto naturale e privo di effetti collaterali.

La NUTRIGENOMICA è una scienza multidisciplinare che, combinando genetica e nutrizione, si pone l’obiettivo di svolgere un ruolo di prevenzione a difesa della salute umana.

Negli ultimi anni l’analisi genomica ha permesso di ottenere valide informazioni sulla suscettibilità genetica individuale verso numerose patologie e sulla capacità di rispondere ai vari trattamenti farmacologici e a diversi profili nutrizionali. Attraverso l’elaborazione di test genetici alcuni studiosi sono stati in grado di svelare e analizzare mutazioni, responsabili di alcune tra le più comuni e diffuse patologie quali il diabete, l’ipercolesterolemia, le intolleranze alimentari ed alcuni tipi di neoplasie.

La nutraceutica si pone quindi in un’ottica di prevenzione pro- attiva, agendo sull’alimentazione in maniera razionale e mirata; deve essere chiaro che non si può paragonare in qualità  di terapia l’utilizzo di un alimento come un farmaco, ma è nostro compito educare e conoscere le potenzialità che il cibo può avere, per prevenire o anche per trattare (sempre con l’ausilio delle terapie convenzionali) alcune patologie.

Le sostanze nutraceutiche sono normalmente derivate dalle piante, dagli alimenti e da fonti microbiche. Esempi di nutraceutici sono i probiotici (lactobacilli, bifidobacterium), gli antiossidanti (polifenoli, bioflavonoidi), gli acidi grassi polinsaturi (omega-3, omega-6), le vitamine. Una dieta varia ed equilibrata consente  di introdurre i principali nutraceutici molto importanti, e certe volte fondamentali, per il buon funzionamento ed il benessere generale della persona. Inoltre i vari nutrienti e i diversi principi nutraceutici si combinano e s’integrano nei vari cibi disponibili in modo unico e quindi chimicamente non replicabile, con evidente  efficacia. Non è pertanto necessario utilizzare integratori alimentari se non in particolari condizioni di stress ed affaticamento psico-fisico, in occasione di diete eccessive o regimi alimentari carenziali, così come per agevolare i processi antiossidanti dell’organismo. Per le loro proprietà nutrizionali inoltre questi integratori vanno assunti entro limiti di sicurezza (upper safe level: UL), tenendo conto delle RDA (recommended dietary allowance), ossia delle raccomandazioni degli specialisti. Mangiare sano ed avere un corretto stila di vita potrebbero rappresentare per il futuro il primo passo per cercare di contenere le spese sanitarie che in Italia ammontano ad oltre 10 miliardi di euro l’anno: oltre 1.800 euro per abitante (fonti ISTAT 2011).

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