NEL VINO C’È DEL BUONO

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Quando s’intraprende una dieta è solitamente consigliato evitare, per un certo periodo, l’assunzione di alcolici. Un discorso a parte merita però il vino perché contiene moltissime sostanze valide sotto il profilo nutrizionale e per la tutela della salute. Il vino rosso, in particolare, è ricco di polifenoli capaci di svolgere un’ottimale azione antiossidante, antinfiammatoria, antivirale e antibatterica. Tra questi polifenoli il resveratrolo possiede anche proprietà chemio protettive contro alcuni tipi di tumore, tra cui quello della prostata, inibendo la replicazione delle cellule tumorali. Inoltre il resveratrolo promuove la produzione di ossido nitrico, inibisce l’aggregazione piastrinica (riduzione di eventi trombotici) e incrementa i livelli del cosiddetto colesterolo buono, contribuendo così alla cardioprotezione. Un bicchiere di vino rosso al giorno è in grado di produrre un dimostrato effetto “anti-aging” evitando la formazione dei radicali liberi dell’ossigeno che sono alla base di tutti i processi dell’invecchiamento. Nell’attività antiossidante entrano in gioco anche gli antociani e le procianidine, di cui è ricco il vino; i vini più ricchi in antociani si sono rivelati i più attivi in assoluto, infatti, il vino Cabernet “Toscana”, sebbene non particolarmente ricco di polifenoli totali, ma ricco in antociani, ha evidenziato un’attività antiossidante pari all’84%. Come tutti i polifenoli il resveratrolo si trova soprattutto nelle bucce, nei raspi e nei vinaccioli. Ed è questo il motivo per cui si ritiene il vino rosso più ricco di sostanze benefiche per la salute. Molti vini bianchi sono prodotti a partire da uve a bacca nera che però sono pressate, diraspate e separate da bucce e raspi impoverendole così di questi importanti elementi. Altra sostanza con attività antiossidante presente nel vino e nell’olio di oliva è il tirosolo con effetti sovrapponibili a quelli del resveratrolo. Il vino contiene altre sostanze valide dal punto di vista nutrizionale: zuccheri, per esempio, sali minerali (in misura di circa 2 grammi per litro) oltre a lieviti, fermenti ed enzimi. C’è poi un’altra caratteristica interessante per chi è a dieta: a piccole dosi l’alcol può avere un’azione tranquillante e ridurre quindi la fame nervosa. Inoltre un bicchiere di vino aiuta anche a digerire meglio, perché il suo sapore gradevole e l’alcol stimolano la secrezione gastrica ed intestinale. Bere vino si può ma con moderazione: come emerge da numerosi studi. Un consumo da basso a moderato (massimo due bicchieri al giorno) è in grado, infatti, di ridurre la mortalità mentre un consumo eccessivo può diventare causa di un danno multiplo. Si sono, infatti, osservati danni al tratto gastrointestinale, al sistema nervoso centrale e periferico, all’apparato muscolo-scheletrico, all’apparato cardiovascolare, al sangue ed al sistema endocrino. I forti bevitori, ad esempio, sono maggiormente soggetti a fratture ossee dovute a osteoporosi e presentano disturbi del ritmo cardiaco che possono condurre allo scompenso. Per la riduzione del numero di globuli bianchi, il forte bevitore, può aumentare il rischio di contrarre infezioni, ad esempio polmoniti e ha meno piastrine, con una ridotta funzionalità, il che comporta un elevato rischio di emorragie spontanee (cerebrali e interne). A livello endocrino può verificarsi ipogonadismo con impotenza e calo della libido per l’uomo e alterazioni dei cicli mestruali fino all’amenorrea per la donna. Anche la sterilità può essere talvolta imputabile all’abuso alcolico, sia per l’uomo che per la donna.

Immagine di Laura Rondoni

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