BERLINO FA I CONTI COL TURISMO

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E’ notizia di questi giorni: a Berlino non ne possono più dei turisti. La città mostra evidenti sentimenti anti-visitatori: “Berlino non ti ama”,  “basta trolley!”, “Turisti rumorosi, tornatevene a casa!” e anche un più inquietante “ Date fuoco ai turisti”. La crociata si muove tra graffiti murali e adesivi metropolitani.

Ma come? Vien da dire, sobbalzando sulla poltrona, le destinazioni di tutto il mondo fanno a gara, a colpi di marketing e riconoscimenti UNESCO, a strapparsi fino all’ultimo avventore e, nella città divenuta una delle mete culturali-turistiche per eccellenza, si disprezza cotanta manna?

Ma il fatto va oltre ai condensati e sensazionalistici titoli di giornale. Ed ha un suo perché. Ma per analizzare il “perché” con obiettività bisogna forzarsi a sorvolare sul fatto che il cittadino tedesco, oggi insofferente verso chi viene a visitare la città-stato, da sempre calpesta mete turistiche altrui con i fedeli sandali. E poi bisogna prescindere dai numeri, davvero ragguardevoli, che da un po’ di anni quantificano la voce entrate per turismo nelle tasche di Berlino.

Innanzitutto va detto che il numero di turisti stranieri a Berlino è cresciuto in maniera esponenziale, quadruplicandosi nell’arco dell’ultima ventina di anni. Addirittura  la quota di notti trascorse nella capitale tedesca da ospiti stranieri è aumentata del 8,5 % nella prima metà del 2015. Complessivamente, più di 5,8 milioni di ospiti hanno visitato la capitale tedesca nei primi sei mesi dell’anno (Burkhard Kieker , CEO di visitBerlin, parla di numeri impressionanti di arrivi targati Asia e Brasile). E, come se non bastasse, giugno 2015 (mese a cui si fermano le statistiche pubblicate) ha strappato un nuovo record, con il brusco aumento di arrivi di Cinesi, Arabi del Golfo e turisti provenienti da quei paesi le cui squadre hanno preso parte alla UEFA Champions League.

Detto questo, il malcontento che si legge sui muri è determinato  da un paio di fattori, uno esterno l’altro interno.

Innanzitutto l’intolleranza verso l’invasione del turismo trash, che sappiamo essere sempre più frequente, con tutte le sue criticità, nelle città d’arte e nei luoghi di villeggiatura. Ma ancor di più la gentifricazione che ha segnato la metropoli, ovvero le trasformazioni di alcuni suoi quartieri che han fatto lievitare i prezzi dell’affitto degli appartamenti, al punto da non potere essere più accessibili da parte di buona fetta di Berlinesi. Fenomeno che  nel 2014 spinse il Comune ad affilare le armi contro  chi compra appartamenti solo per riaffittarli per brevi periodi: “nessuno può più affittare appartamenti a turisti senza un permesso della circoscrizione” dice suppergiù il regolamento, mettendo alle corde tutti coloro che locano case vacanze abusivamente e tentando di calmierare il mercato. A rincalzo del provvedimento (non particolarmente osservato!), un accanito Consigliere dei Verdi ha sguinzagliato i suoi “segugi” in giro per la città a caccia dei fuori legge.

Immagini: © visitBerlin, Foto: Wolfgang Scholvien

Berlin, Brandenburg Gate©Deutsche Zentrale für Tourismus e.V. (Kiedrowski, Rainer)

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