L’E-TALIANO

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In un nostro precedente articolo sul commercio, abbiamo parlato di e-commerce (pronuncia ‘i  cò mers’), il commercio elettronico, fenomeno in tumultuosa fase di sviluppo la cui crescita, secondo un noto quotidiano nazionale, dovrebbe raggiungere un eccellente + 26 per cento. Fenomeno tuttavia complesso, il commercio elettronico, definito come “l’insieme delle transazioni commerciali effettuate via Internet”.

Tale definizione è però riduttiva dal momento che l’e-commerce non si esaurisce nella semplice transazione, ma può abbracciare anche altre fasi e aspetti della relazione negoziale tra produttore (offerta) e consumatore (domanda). L’ e-commerce, dunque, concerne anche tutte le relazioni commerciali, realizzate mediante l’uso di computer e reti telematiche, che sono volte allo scambio di informazioni direttamente correlate alla vendita di beni e servizi” (D.Cocuzza, Glossario on line di marketing).

Nella lingua inglese il termine e-commerce nasce dalla contrazione delle parole electronic commerce. La forma di scrittura corretta è quella col trattino che separa la lettera e dalla c, ossia e-commerce. Col passare del tempo, però, soprattutto nel mondo anglofono si è verificata un’involuzione che ha portato ad una maggior diffusione del termine: “ecommerce”, ovvero senza l’utilizzo del trattino. È cambiata la grafia, non la pronuncia. Quella rimane la stessa di prima. Un po’ come è accaduto con altre parole: today, tonight, tomorrow, oggi scritte così ma che fino al sedicesimo secolo si scrivevano to morrow e poi, fino agli inizi del ventesimo, to-morrow. Lo stesso accade per today. Anche tonight sino al diciottesimo secolo veniva scritta ancora in due parole (Online Etymology Dictionary).

Ora, qui da noi, si legge spesso sui mezzi di informazione e di comunicazione la forma ecommerce. Niente di male, la lingua si adegua ai tempi e anche noi abbiamo recepito la trasformazione della parola già avvenuta nei paesi anglosassoni. Ma come la mettiamo con la pronuncia? Diremo “… adottiamo per le vendite la strategia di ecommerce” (palatale c e g dolci davanti a vocale e, i; questo vuole l’italiano) perché così leggiamo, o “… di i còmers” (corretta pronuncia inglese, correndo il rischio di passare per dannati snob o, peggio, di non essere capiti. Increduli? Provate a entrare in un negozio di alimentari e chiedere che vi vendano un pacchetto di “u̯èifē”, i conosciutissimi wafers) E quando ci troviamo davanti le versioni e commerce oppure eCommerce (Treccani), che pronuncia adotteremo?

Non venite a dirci che è una questione di lana caprina. Nella comunicazione odierna, la quinta lettera dell’alfabeto, la e seguita dal trattino (dash/hyphen nella lingua del web) è il prefisso che collega elettronico/a alla parola che segue. In italiano, quanto meno per eufonia, meglio mettere il trattino fra la e minuscola e la parola commerce (c minuscola). In alternativa si ricorre al corsivo; Treccani.it lo ammette: “V’è una tendenza di massima, in effetti, a impiegare il corsivo per i forestierismi non adattati (le parole straniere così come… mamma lingua, cioè la lingua madre, le ha fatte). In genere, nei siti web la manica è assai più larga e poi, di solito, si va molto di fretta e mettere il corsivo sembra a tanti una manovra perditempo”.

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