IL NUOVO REFETTORIO AMBROSIANO

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refettorio ambrosiano

Non di solo pane, dice il Vangelo. «Quando offri il pane, conta anche come lo offri» spiega Davide Rampello, già curatore della Triennale di Milano, che con lo chef Massimo Bottura ha ideato il nuovo Refettorio Ambrosiano per servire, ricavati dagli avanzi di Expo, pasti caldi principalmente ai clochard usualmente assistiti dalla Caritas.

Il nuovo Refettorio Ambrosiano aprirà i battenti tra maggio e luglio 2015. Ad accogliere i commensali ci sarà un portale alto più di cinque metri firmato da Mimmo Paladino. Su un lato l’insegna al neon con la scritta «No more excuses» di Maurizio Nannucci. E poi all’interno un grande affresco, 12 metri per 3, di Alessandro Cucchi e un’opera sul tema del pane di Carlo Benvenuto. Novanta i posti a rotazione, su dodici tavoli  e decine di sedute dei più famosi designer. A coniugare bellezza e cultura (il parallelo col Refettorio di Leonardo è palese) ci penseranno la Caritas appunto, gli architetti del Politecnico, designer internazionali e una batteria di quaranta chef tra i migliori del mondo che per un mese, durante i primi tre di Expo, ideeranno e prepareranno menu a partire dalle eccedenze alimentari raccolte ogni giorno in Expo, nel pieno rispetto delle normative vigenti sulla sicurezza alimentare.

Dopo Expo, il Refettorio Ambrosiano diventerà stabile e continuerà a funzionare affidato alla Caritas Ambrosiana, che garantirà la continuità del progetto, inserendolo in una rete integrata di servizi alla persona, capace di offrire un percorso completo di accompagnamento e promozione  umana indirizzata agli utenti dei centri di ascolto della Caritas,  dei servizi specifici, del Rifugio per senza tetto della Stazione Centrale. La gestione sarà affidata ad una  cooperativa sociale ma si avvarrà anche al contributo dei volontari. Spiega Rampello: «Dopo l’esposizione vogliamo continuare a farlo, cucinando con le eccedenze alimentari perché crediamo in questa provocazione culturale e vogliamo continuare a mandare un messaggio contro lo spreco di cibo. Non sarà facile. Ma ci proveremo. Il Refettorio sarà un luogo di solidarietà a tutto tondo. Non solo cucineremo per chi è in difficoltà, ma lo faremo creando opportunità di lavoro. Tra le ipotesi che stiamo valutando c’è quella di affidare la gestione della mensa alla cooperativa di catering creata da donne rifugiate, M’ama food».

Per raccogliere fondi a sostegno dell’iniziativa, il 16 dicembre la casa d’aste Sotheby’s “batterà” ben sessanta copie dei tavoli firmati.

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