CHAGALL: IL COLORE DEI SOGNI

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Acqui Terme ospita la 46 edizione, delle annuali antologiche di pittura allestite a Palazzo Liceo Saracco, con una collection di Marc Chagall.

Se c’è un pittore che inebria di colori avvolgendo in un’atmosfera festosa il visitatore, che lo fa riconciliare con i sogni infantili, che lo riappacifica con il mondo esoterico del fantastico e dell’onirico, questo è Marc Chagall, di certo uno dei più grandi Maestri del ‘900. Sarà pure una banalità, ma devo dire che personalmente di lui mi piacciono molto i quadri dove il colore si sposa all’immaginario e chimerico pianeta dei sogni.

Nella rassegna acquese che chiuderà i battenti il prossimo tre settembre, si possono ammirare tra gli altri L’inspiration del ’78 e Bouquet des fleurs  sur fond rouge del ’70, esempi inequivocabili del pensiero di Chagall e della sua visione della realtà.

Il primo è una tempera e pastello su masonite, l’artista ritrae un pittore che sembra guidato dalla musa, mentre sullo sfondo, chiaramente parigino, volteggiano alcune figure del suo inconfondibile immaginario. Il secondo è un olio su tela che riprende uno dei temi più cari al pittore biolorusso, il tema floreale, incontro di tendenze storiche e di significati, spesso incentrato sull’amore.

Tra i capolavori esposti, L’asino di fronte la chiesa (olio e collage su tavola), di un collezionista privato, non è mai stata presentato in una rassegna pittorica. Le 120 opere in mostra, tutte di grande interesse, spaziano dalla pittura, dove sono presenti le più ricorrenti simbologie iconografiche dell’artista, alle ceramiche che fondono magnificamente una pratica antica con i temi inconfondibili di Chagall, fino alla grafica, dove l’estro del pittore alterna a foreste di segni, tavole che per la qualità del colore appaiono come “incisioni dipinte”.

Nella presentazione dell’Assessorato alla Cultura del Comune si legge (come da Wikipedia): l’artista di origine russa ed ebrea Marc Chagall nasce in una famiglia ebraica a Vitebsk, allora facente parte dell’Impero Russo, oggi in Bielorussia.                                                                               

Il giorno stesso della sua nascita, il villaggio fu attaccato dai cosacchi durante un pogrom, e la sinagoga venne data alle fiamme; da allora, l’artista – rievocando le proprie origini – usava dire: “Io sono nato morto”. Chagall fu il maggiore di nove fratelli. Il padre, Khatskl (Zakhar) Chagall, era mercante di aringhe, sposato con Feige-Ite. Nelle opere dell’artista ritorna spesso il periodo dell’infanzia, felice nonostante le tristi condizioni in cui vivevano gli ebrei russi sotto il dominio degli zar. Iniziò a studiare pittura nel 1906 con il maestro Yehuda (Yudl) Pen, il solo pittore di Vitebsk, ma l’anno successivo si trasferì a San Pietroburgo. Qui frequentò l’Accademia Russa di Belle Arti, con il maestro Nikolaj Kostantinovič Roerich e conobbe artisti di ogni scuola e stile. Tra il 1908 e il 1910 studiò, invece, alla scuola Zvantseva con Lèon Bakst. Questo fu un periodo difficile per lui: gli ebrei potevano infatti vivere a San Pietroburgo solo con un permesso apposito e, per un breve tempo, venne persino imprigionato. Rimase nella città fino al 1910, anche se di tanto in tanto tornava nel paese natale dove, nel 1909, incontrò la sua futura moglie, Bella Rosenfeld, figlia di ricchi orefici. Nel 1912 aderì alla Massoneria.

Una volta divenuto noto come artista, lasciò San Pietroburgo per stabilirsi a Parigi, ed essere più vicino alla comunità artistica di Montparnasse, dove entrò in amicizia con Guillaume Apollinaire, Robert Delaunay e Fernand Léger. Nel 1914 ritornò a Vitebsk e l’anno successivo si unì in matrimonio con Bella Rosenfeld. La loro prima figlia, Ida, nacque nel 1916.

Nel 1917 prese parte attiva alla rivoluzione russa: il ministro sovietico della cultura lo nominò Commissario dell’arte per la regione di Vitebsk, dove fondò una scuola d’arte e il Museo di arte moderna di Vitebsk. Nella politica del governo dei soviet non ebbe tuttavia successo e per di più entrò in contrasto con la sua stessa scuola (in cui militava El Lissitzky) che per motivi politici era conforme al suprematismo, assolutamente agli antipodi dello stile fresco ed “infantile” di Chagall. Nel 1920 si trasferì con la moglie a Mosca, dove disegnò una serie di illustrazioni per il ciclo di poesie in yiddish “Grief” scritto dal poeta David Hofstein, anch’esso insegnante presso il rifugio Malakhovka. Si trasferì in seguito a Parigi nel 1923. In questo periodo pubblicò le sue memorie in yiddish, scritte inizialmente in lingua russa e poi tradotte in lingua francese dalla moglie Bella; scrisse anche articoli e poesie pubblicati in diverse riviste e, postumi, altri scritti raccolti in forma di libro. Divenne cittadino francese nel 1937. Durante l’occupazione nazista in Francia, nella Seconda guerra mondiale, con la deportazione degli Ebrei e l’Olocausto, gli Chagall fuggirono da Parigi. Si nascosero presso Villa Air-Bel a Marsiglia e il giornalista americano Varian Fry li aiutò nella fuga verso la Spagna ed il Portogallo. Nel 1941 la famiglia Chagall si stabilì negli Stati Uniti, dove sbarcò il 22 giugno, giorno dell’invasione nazista della Russia.

Il percorso espositivo è stato curato dall’architetto Adolfo Francesco Carozzi e si snoda attraverso cinque sale, presenta dipinti molto significativi, quattro serie di opere grafiche e ceramiche.

La rassegna acquese è stata organizzata con la collaborazione di The Art Company di Pesaro. Tra i patrocini e le egide figurano la Regione Piemonte, la Provincia di Alessandria, media partner 150 La Stampa.

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