PALINDROMO

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Parola desueta, ma allegra. Un palindromo è un verso, frase, parola o numero un po’ speciali: letti in senso inverso mantengono immutato il suono e il significato originale. Vale a dire che possono essere indifferentemente letti sia da sinistra verso destra, come d’abitudine, oppure al contrario, da destra verso sinistra: Anna, per esempio; oppure: ingegni, aveva… In enigmistica, la parola palindromica è detta bifronte.

Divertenti sono alcune frasi che possono scambiarsi capo e coda. Qualche esempio: “eran i mesi di seminare”, “i topi non avevano nipoti”, “e la sete sale”, “i re sono seri”, “i due feudi” … Anche le date possono essere palindrome; quest’anno, per esempio era palindroma la data 02 02 2020; la prossima arriverà fra un po’: il 29 02 2092.

Scoperta e uso delle frasi palindrome risalgono a epoche remote e compaiono in diverse civiltà. A Roma l’esametro “IN GIRVM IMVS NOCTE, ECCE ET CONSVMIMVR IGNI” (significa “Andiamo in giro di notte, e così siamo consumate dal fuoco” – le farfalle notturne) risale probabilmente al secondo secolo ed è attribuita all’insigne grammatico Terenziano Mauro.

La frase di frequente inscritta sulle fontane pubbliche dell’antica Grecia: “NIΨON ANOMHMATA, MH MONAN OΨIN” (“Nipson amonèmata, mé monan opsin” = “Lava i [tuoi] peccati, non solo il [tuo] volto”) è tuttora ricorrente sia presso i fonti battesimali delle chiese, sia accanto agli zampilli di acqua pubblici.

Per finire, il termine “palindromo” (dal greco “palin” = di nuovo e “dromos” = direzione, percorso) sembra sia stato coniato solo agli inizi del XVII secolo dal drammaturgo, attore teatrale e poeta britannico Benjamin Johnson (1572-1637). Wow!

 

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