DA SMART WORKING A WORKATION

667

Solo il 30% degli oltre 8 milioni di lavoratori agili, figli della pandemia, sta rientrando fisicamente sul posto di lavoro. Ad emergere è dunque la necessità per le aziende di accogliere come soluzione stabile il lavoro da remoto. Per rendere sempre più professionale e meno ‘domestico’ lo smart working basta portare la postazione di lavoro fuori dalle mura di casa.

Tra i primi navigatori in questo mare del lavoro in movimento, smart e digital, si distinguono i Nomadi digitali, persone che -viaggiando e spostandosi frequentemente- svolgono il proprio lavoro da remoto per un’azienda o come liberi professionisti. Sono lavoratori che fanno riferimento ad una nuova filosofia di vita,  esplorando angoli di mondo e nuove possibilità di carriera.

A questo rinnovato panorama, ulteriormente stravolto dalla pandemia, si adegua e si plasma il mondo imprenditoriale del turismo, ormai ridotto a fiato corto in questo tremendo momento di crisi.

Con la desertificazione delle prenotazioni, il segmento degli affitti turistici (comunemente chiamati Airbnb) ha impostato cambi di rotta, rincorrendo appunto le nuove tendenze.  Quindi, parallelamente all’offerta classica rivolta ai vacanzieri, chi offre una soluzione abitativa sul mercato degli affitti brevi si attrezza per rispondere anche alle richieste di chi lavora da remoto. Si tratta di un nuovo profilo di utente che ha bisogno di un appartamento in affitto ad ore o a giornata per svolgere la propria attività e che -a causa delle norme di contrasto al Covid-19- deve trovare soluzioni alternative ai battutissimi co-working o ovviare alle difficoltà che molto frequentemente comporta il lavoro a domicilio.

Anche le strutture ricettive alberghiere si sono rivolte a questi clienti. Da quest’estate molte si sono attrezzate per rispondere alle loro necessità offrendo servizi dedicati allo smart working: connessione potenziata in camera e sulla spiaggia, pocket lunch delivery, coffee station  utilizzo gratuito di scanner e stampanti, servizio ricevimento documenti e pacchi…

Allo stesso tempo anche le destinazioni turistiche hanno iniziato a promuoversi come località smart working friendly.

Un esempio arriva da Barbados. Qui, come in tutti gli angoli di mondo che poggiano la loro economia sull’industria del turismo, la pandemia ha inferto un duro colpo. Per risollevare il Paese, la premier Mia Amor Mottley ha quindi pensato di concedere un visto speciale di un anno (rinnovabile) a chiunque lavori da remoto.

Anche l’arcipelago di Malta a fine agosto si è lanciato sul mercato dei “Nomadi Digitali” proponendosi con oltre 190 free wifi spot tra Malta e Gozo, nei luoghi più disparati per offrire la possibilità agli ospiti di sistemarsi col proprio computer nella splendida cornice delle isole dell’arcipelago.

La combinazione tra vacanza e lavoro agile è talmente di tendenza che il neologismo della strana estate 2020 è “workation”, una fusione dei termini “work” e “vacation”. Si è aperto dunque un nuovo e importante mercato per le destinazioni turistiche e gli imprenditori dei servizi. Ma avrà lunga vita?  Teniamolo d’occhio…

 

Articolo precedenteDAL BARATTO A EBAY
Articolo successivoLA POESIA DEI COLORI AUTUNNALI ALL’OASI ZEGNA