#SAPEVATELO…siam fritti!

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Questa volta la rubrica #sapevatelo va curiosando su …

Siamo fritti!

 Di questi tempi in cui cuochi, cuoche e golosi vari vaniloquendo imperversano ogni giorno sugli schermi televisivi, e i programmi sono zeppi di esibizioni culinarie d’ogni tipo, forse ci siamo dimenticati che anche la nostra lingua, come dire, non disdegna il… fritto.

Questa piccola rassegna comincia con “siamo fritti!”, che vuol dire siamo rovinati, ormai senza speranza. Continua con “friggiamo d’impazienza”: vuol dire che ci viene la voglia di “mandare a farsi friggere” chi è causa del nostro disappunto. Naturalmente, poi, dobbiamo sempre stare attenti a non “fare una frittata” (combinare un pasticcio, un guaio irrimediabile): l’immagine è quella delle uova rotte in padella, che non possono più essere ricomposte. Frittata che, per il vero, può però essere rivoltata: “rivoltare la frittata” significa infatti presentare una situazione o un concetto diametralmente opposto a quanto fatto in precedenza. A meno che non ci rassegnamo prima: “ormai la frittata è fatta!”. Non di rado poi siamo costretti a confrontarci con un argomento “fritto e rifritto”: vecchio, notissimo, risaputo e pure scontato. Memorabile, storicamente parlando, il detto attribuito al generale De Gaulle: «Non si può fare la frittata senza rompere le uova». Indiscutibile. Il generale. E anche il concetto.

Farraginoso

 Restiamo sempre nel campo … alimentare, dato che questa parola deriva dal latino farrago, a sua volta derivata da far, il farro, componente con altre erbe e scarti del pastone che faceva da cibo per gli animali, quando la loro alimentazione era naturale e non industriale. Nella nostra lingua quotidiana, farraginoso indica invece un miscuglio abbondante ma disordinato, senza logica. Un “pastone”, insomma.

Tanta roba

Va di moda di questi tempi l’espressione gergale “tanta roba”. La si sente nelle telecronache sportive, nel linguaggio dei giovani e, in tracce, anche in quello di coloro che hanno superato la soglia degli “anta”.  A Torino dicono spessissimo “tanta roba!” in senso ironico (“sai che roba!); invece in altre parti d’Italia, “è tanta roba”/”tanta roba” ha significato letterale (in alternativa a “è una roba esagerata!”/”è troppo!”) e si usa come complimento”. “tanta roba” significa “figo”, “bello”, poi dipende dal contesto, comunque sempre qualcosa di positivo. E pensare che la “roba” – da non desiderare quando d’altri – è  addirittura citata in uno dei dieci comandamenti.

 

 

 

 

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