PROSSEMICA

1262

In piena epidemia di Covid-19 e conseguenti disposizioni di legge sulla limitazione dei contatti tra persone, la prossemica ritorna attuale. Ci ricorda “come eravamo prima” e come speriamo vivamente di tornare ad essere. Creata dall’antropologo Edward T. Hall, la prossemica è la disciplina semiologica che studia i gesti, il comportamento, lo spazio e le distanze all’interno di una comunicazione sia verbale sia non verbale; definisce «lo studio dell’uso che gli individui fanno dello spazio sociale e personale».

In maniera inconsapevole, manteniamo le persone ad una distanza che varia di volta in volta a seconda del contesto e del rapporto sociale. Lo scienziato statunitense infatti ha notato che nello spazio intorno alle persone è presente come una sorta di “bolla” nella quale non tutti possono accedervi a proprio piacimento.

A lui si deve l’elaborazione del modello delle quattro tipologie di distanze interpersonali che le persone assumono nei rapporti sociali:

  1. Distanza intima (0 – 45 cm). Questo spazio può essere violato solo da persone con cui si ha un rapporto molto intimo e affettivo, come ad esempio un familiare o il proprio partner. Provate a pensare a una persona che avvicina con tono aggressivo la sua faccia al viso di un’altra persona. Implicitamente lo fa proprio per farla sentire minacciata, senza farsi scrupoli di violare il suo spazio.
  1. Distanza personale (45 – 120 cm). Nel mondo occidentale rappresenta la distanza ideale per buona parte delle interazioni, e coincide con la distanza necessaria per una stretta di mano. Solitamente indica che tra i due interlocutori esiste un rapporto di confidenza, di amicizia.
  2. Distanza sociale (120 – 300 cm). È quella che usualmente adottiamo quando si discute con una persona con cui si ha un rapporto formale. Denota rispetto, deferenza, volontà di palesarli.
  3. Distanza pubblica (oltre 3 m). È la distanza che ci separa nelle conversazioni in pubblico, in cui è praticamente impossibile interagire con il singolo interlocutore. Esempi di conversazioni che usano questa distanza sono i comizi, oppure gli spettacoli, la maggior parte delle attività che definiamo eventi aggregativi.

Conclusioni

Quando ci si relaziona con altre persone, per non creare disagio reciproco è dunque importante riuscire a capire quale sia la distanza giusta da mantenere/rispettare. Epidemie e pandemie e antipatie varie permettendo.

Foto di Tumisu da Pixabay 

Articolo precedenteRIAPRONO PALAZZI VILLE E CASTELLI DEL PIEMONTE
Articolo successivoIL FASCINO DELLE HIGHLANDS SCOZZESI