INCANTO E MISTERO DEL CAPOLUOGO SABAUDO

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Conosciamo davvero l’incanto, il mistero, i miti che spesso circondano le nostre città? Aspetti tra loro collegati, che non sempre esse ci svelano. Per fortuna, alcuni libri eruditi ci aiutano a scoprirli. Parliamo ad esempio di Milano e Torino, per citare due metropoli con caratteristiche solo in parte sovrapponibili, tra loro distanti meno di centocinquanta chilometri. Ambedue sono accumunate da storie e da leggende che affondano nel passato remoto di secoli, a volte di millenni. Storie strane, non di rado conturbanti, che rendono verosimili dicerie leggende luoghi comuni, pur mantenendo un aggancio alla realtà maggiore di quanto siamo indotti a pensare. Dando così vita a racconti affascinanti e insoliti. Chi direbbe mai, per capirci, che l’“ombra del drago”, il biscione scelto dai Visconti a simbolo di Milano, sarebbe dietro le vite insospettabili di tanti uomini-chiave nella storia cittadina: Leonardo, Borromeo, Beccaria, Manzoni… E l’Alfa. E l’Inter. E Berlusconi… Tesi intrigante portata avanti dal giornalista e scrittore Paolo Sciortino nelle 195 pagine del suo Storia segreta di Milano (Newton Compton editori, 2014).

Quanto a stupita curiosità Torino non è da meno. Città che custodisce segreti. Che nasconde e si nasconde. Per taluni, persino «diabolica». Torino, infatti, con Londra e San Francisco fa parte del «triangolo della magia nera»; secondo gli esoteristi, la sede di ostinata lotta tra luce e tenebre, tra male e bene, si troverebbe proprio nel suo centro storico: in piazza Statuto.

La città che ospita la Sacra Sindone, peraltro, appartiene pure – insieme con Praga e Lione – al «triangolo della magia bianca», importante fonte di energia positiva. Una storia narra che nel lontano passato la Sindone veniva esposta fra le statue di Castore e Polluce nella piazza Castello, anche oggi la più importante di Torino. Chi l’attraversava, riporta la leggenda, si ricaricava di benefica energia. I misteri, come si vede, anche a Torino sono di casa.

Vittorio Del Tufo, caporedattore del Mattino di Napoli, con le trecento pagine del saggio Torino magica (Neri Pozza), uscito da poco, ci accompagna alla scoperta di Torino attraverso la storia della città – per molti aspetti coincidente con la storia d’Italia – in un viaggio non soltanto simbolico, anche esoterico (il mito della sua fondazione, voluto dai Savoia nel Cinquecento per ragioni geopolitiche rientra in questo) e dell’occulto. L’Autore descrive la città sabauda paragonandola a una donna ammirata e desiderata, «misteriosa, simmetrica, inafferrabile, ma anche austera, lineare, superba». Di Torino però, a saperlo cercare e interpretare, ciò che colpisce non sarebbe tanto l’esoterismo, quanto la foggia del liberty – Torino è la capitale del liberty italiano – con le sue forme sinuose e spesso morbose, e i frequenti richiami alla massoneria.

Oggi, di quelle peculiarità misteriose si conservano ancora memorie suggestive. Una non irrilevante: collegando il castello di Rivoli e di Venaria, di Moncalieri e di Stupinigi fino a giungere alla basilica di Superga si ricava un tracciato a stella di cinque punte, il «simbolo di conoscenza esoterica», tipicamente. del demonio. Magia? Forse.

 

Vittorio Del Tufo – Torino Magica – Neri Pozza (pagine 320 – € 13)

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